So cosa vi starete chiedendo, se avrete letto distrattamente il titolo: “Sei un pò in ritardo con la consegna, Chiara: la festa della mamma non ricorreva circa due domeniche fa?”
I più fedeli ed affezionati avranno però notato che ho scritto madre con la lettera maiuscola – e ciò fa presagire come il discorso sarà molto più ampio ed articolato – e potranno già prefigurarsi – vibrando alla stessa frequenza ed avendo permesso io toccassi le corde del loro cuore – la profondità e la complessità di ciò che andrò a trattare, cercando di utilizzare un linguaggio semplice, immediato, conciso ed efficace.
Nella religione degli Inca, la Madre Terra è la protettrice dei raccolti.
Pachamamas sono ancora chiamati, nelle regioni agricole dell’America Meridionale, i campioni di cereali che vengono collocati nei campi a scopo augurale.
Un doveroso inciso: come ormai saprà chi mi segue, io sono votata alla spiritualità e non alla religione; ho citato sopra il termine religione perchè anticamente era sinonimo di spiritualità, e non aveva assunto le sembianze comparse poi successivamente con altre tradizioni.
Dicevamo, dunque Madre Terra è il nostro pianeta, è la Dea delle dee, la Madre di tutte le madri e sostiene tutti gli esseri: è la terra su cui poggiamo i nostri piedi e permette il nostro radicamento come lo spostamento nel mondo, è l’aria che respiriamo ed il cibo di cui ci nutriamo, materiale e spirituale.
Natura e cultura infatti, fino a poco tempo fa non erano disgiunti, e dall’osservazione degli elementi naturali l’uomo traeva insegnamenti preziosi e sapienti per la propria sopravvivenza ed il proprio benessere psico-fisico.
Non sarebbe mai venuto in mente ai nostri avi di sfruttare e contaminare madre Terra, perchè erano consapevoli delle conseguenze globali, anche su loro stessi; ben sapevano di essere umili ospiti di questo macrocosmo sacro e lavoravano per custodirlo e possibilmente migliorarlo, tramandando quanto appreso.
Chi tiene ben presente questo concetto, può traslare la simbologia di Madre Terra a quel canale e strumento della Vita che si perpetra e genera, la donna.
Grazie all’incontro con l’uomo, che deposita in lei il suo prezioso seme ed affida sempre a lei il compito di nutrire e detenere in sè la Vita fino al momento opportuno, la donna assume su di sè il ruolo e la responsabilità di donare al mondo – senz’alcuna pretesa di esclusività o primato di alcun genere – un essere che amerà e di cui si prenderà cura, concorrendo alla graduale autonomia grazie all’aiuto del padre, fino poi a permettergli di spiccare il volo come essere separato da sè, unico ed irripetibile.

Per questa e tante altre ragioni, in psicoanalisi si afferma che il dono più grande che una madre può fare al proprio figlio è nominare il padre frequentemente, instillando la sacralità dell’istanza maschile paterna nel figlio e permettendo così il trasferimento di tutte le qualità e caratteristiche insite (la madre psicologicamente è l’angelo del focolare, il padre l’emancipatore per eccellenza che dona le regole utili ad una crescita armoniosa e facilita un legame madre -figlio non votato pericolosamente alla simbiosi).
Il dono più grande che un padre può fare al proprio figlio è invece quello di amare e rispettare la madre, impegnandosi a farlo sempre e nonostante tutto, anche e soprattutto qualora la Vita allontani per qualche ragione le loro strade o la madre presenti delle fragilità psichiche o ancora vulnerabilità caratteriali.
Ma dispiegando a ventaglio l’argomento, secondo studi linguistici rilevanti la radice della parola mamma fa sì che si emetta un suono con delle caratteristiche riequilibranti per la persona alla sua pronuncia, e chi sa quanto ami il sanscrito e la tradizione yogica avrà anche fatto caso ad un particolare: nella parola mamma sono presenti ben due delle sillabe dell’ “Aum”, più conosciuto come “Om”, sillaba sacra recitata prima della lettura dei Veda (testi sacri indiani) ma anche alla fine, e mantra indiano per eccellenza, suono identificato come la vibrazione originaria che crea il mondo.
Aum è il suono che invita al risveglio ed alla consapevolezza, e guarda caso include in sè entrambi i principi, il maschile ed il femminile:
A è LA CREAZIONE, LO STATO DI VEGLIA, IL MASCHILE, IL PASSATO
U è LA CONSERVAZIONE, LO STATO DI SOGNO, IL FEMMINILE, IL PRESENTE
M è LA TRASFORMAZIONE E DISTRUZIONE, IL SONNO PROFONDO, IL FUTURO
L’ Aum sostiene, energizza e pervade l’Universo, è la forza della Vita che risuona, riverbera ed agisce in ogni momento, in ogni cellula ed in ogni atomo; nell’Aum possiamo riuscire a contattare l’Assoluto, trascendendo tempo, spazio, religione e cultura.
Questi tre “Stati dell’Essere” che vengono a crearsi, trascendono nello stato silenzioso, che conduce all’Estasi, al ricongiungimento con la Coscienza Superiore.
Desidero condividere con voi una poesia per me struggente ed altamente esplicativa rispetto alla responsabilità che ha in seno una madre nei confronti del proprio figlio:

I figli sono come gli aquiloni,
passi la vita a cercare di farli alzare da terra.
Corri e corri con loro
fino a restare tutti e due senza fiato…
Come gli aquiloni, essi finiscono a terra…
e tu rappezzi e conforti, aggiusti e insegni.
Li vedi sollevarsi nel vento e li rassicuri
che presto impareranno a volare.
Infine sono in aria:
gli ci vuole più spago e tu seguiti a darne.
E a ogni metro di corda
che sfugge dalla tua mano
il cuore ti si riempie di gioia
e di tristezza insieme.
Giorno dopo giorno
l’aquilone si allontana sempre più
e tu senti che non passerà molto tempo
prima che quella bella creatura
spezzi il filo che vi unisce e si innalzi,
come è giusto che sia, libera e sola.
Allora soltanto saprai
di avere assolto il tuo compito.
Erma Bombeck

Si potrebbe aprire un capitolo interminabile su questi argomenti … atttendo dunque vostre specifiche curiosità e domande per soddisfare il vostro desiderio di conoscenza ed arricchimento personale.
Grazie sempre… a presto!
Vostra Chi
Bacio 💋
Grazie