Chiaramente

di Chiara Virzì
Lasciare andare: appellarsi all'eleganza e la leggerezza

Lasciare andare: appellarsi all’eleganza e la leggerezza

Accogliere ciò che viene, lasciare andare ciò che va: le due facce dell’accettazione

Tutt* noi abbiamo provato almeno una volta il lutto di lasciare andare: la sensazione di smembramento (come per un amore), anche fisico, la gestione del vuoto emotivo, la delusione per non avere realizzato quel progetto (la vostra creatura spirituale) che avevate sognato insieme; o ancora un figlio che lascia il nido, un lavoro a cui hai donato molto di te e non puoi più continuare a svolgere, il tuo corpo che cambia, la mente che invecchia, la paura dell’incertezza, la “saudacia” di ciò che fu e ti rendi conto non aver apprezzato abbastanza, non averlo vissuto pienamente, osando fare QUEL passo, IL passo che avrebbe valso un’intera esistenza.

Esaminare e comprendere l’arte sofisticata di lasciare andare include tenere in considerazione ciò che sopraggiunge: come l’inspirazione ci nutre ed arreca una ventata di novità ad ogni respiro, così c’è un istante di sospensione, vuoto e precarietà subito dopo l’espirazione, in cui una parte di ciò che hai ricevuto torna a circolare nell’Universo d’Amore che ci avvolge .. trattenerlo equivarrebbe a spegnersi (la metafora rende abbastanza l’idea?).

Eppure quant* di noi fanno i conti con questa consapevolezza, cioè che non sappiamo quale sarà il nostro ultimo respiro su questo piano e si prosegue a denti stretti illudendosi – o non riconoscendo il momento opportuno – di poter continuare a serrare i pugni, invece che mollare la presa?

«Dio, concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare,
il coraggio di cambiare le cose che posso,
e la saggezza per conoscere la differenza.»

Preghiera della serenità

Lasciare andare: appellarsi all'eleganza e la leggerezza

Cosa si cela dietro il timore di lasciare andare?

Affrontare sentimenti dolorosi: se riuscissimo ad andare oltre la resistenza iniziale, ci accorgeremmo che vi è un grande beneficio: trasmutare quel dolore in rinnovata, amorevole energia – facendo tesoro dell’esperienza appresa – accompagnata da fervida e feconda immaginazione e grandi sogni nuovi di zecca da realizzare, con rotte prima sconosciute da tracciare ed oceani da solcare.

La ricerca in alcuni casi ossessiva della sicurezza (da infanti è funzionale, da adulti non più)

Una credenza diffidente legata al cambiamento, il quale diventa qualcosa che turba e perturba lo scorrere quotidiano dei nostri giorni .. salvo poi lamentrasi che la routine uccide (ogni tanto dovremmo fare pace col cervello ed azionare la bocca una volta effettuate le dovute connessioni sinaptiche…eheh).

Per crescere bisogna allargare radici ed orizzonti, aprire le ali e rischiare di cadere, e soprattutto fidarsi delle proprie risorse, non aggrapparsi come parassiti senza un domani ad un altro essere umano, che ha già le sue fatiche e sfide quotidiane…che ne dite?

Parliamone .. senza veli, nè fronzoli.

Lasciare andare: appellarsi all'eleganza e la leggerezza

L’argomento è più serio di quanto si possa pensare .. nonostante stia cercando di renderlo accessibile e giocoso.

A volte non potremo intervenire su ciò che ci accade, ma possiamo avere fede nel processo, credere concorra al nostro bene ultimo, nel rispetto di tutti gli esseri, e cooperare con esso.

Se solo abbandonassimo per qualche istante il giudizio, le aspettative, le credenze con le quali siamo cresciut* – magari senza validarle o meno da adulti – , accettassimo quei momenti in cui pare la terra ci tremi sotto i piedi, smettessimo di pensare ed iniziassimo a SENTIRE!

In questo campo il luogo di elezione sarebbe il nostro corpo, quel corpo che a lungo abbiamo trascurato, coperto con elucubrazioni mentali, martoriato poi di tensioni e rigidità, umiliato e non riconosciuto in tutte le sue potenzialità e funzionalità.

Tornare al corpo significa rifulgere e finalmente vivere una vita di qualità, in cui si possono mollare gli ormeggi e compiere coraggiosamente ciò per cui siamo nati.

Tornare al corpo è ancorarsi al presente ed ai suoi doni spesso non notati, lasciando andare il passato – pur ringraziandolo per i suoi insegnamenti – senza rincorrere o al contrario essere reticenti verso il futuro, che – ricordo – non ci appartiene (mi perdonerete).

C’è un solo modo per sapere come sarà il nostro futuro:

fare caso a chi siamo oggi e cosa facciamo nel concreto

per cosa scommettiamo

su cosa investiamo

come nutriamo corpo, mente ed anima

quali pensieri ci attraversano

le persone che frequentiamo

come ci avventuriamo fuori dalla zona di comfort

cosa scegliamo di vedere, sentire, praticare

i libri che leggiamo

se esercitiamo o meno il nostro spirito critico

se viaggiamo ed apriamo a nuove culture e modus vivendi ed operandi

in che direzione e con quale attenzione ai dettagli lavoriamo per diventare ciò che desideriamo con tutto il nostro Essere.

Lasciare andare: appellarsi all'eleganza e la leggerezza

Salpa, infine!

(Stai ancora leggendo quest’articolo?)

Indossa le tue scarpe da tennis migliori,

Dai quel bacio che desideri da sempre senza chiederti che cosa penserà la gente

Ama dosando saggezza e follia (nel pieno rispetto in primis della tua persona, e poi dell’oggetto del tuo desiderio, psicoanaliticamente parlando)

Ricorda che sarai giudicato soltanto da quanto avrai amato .. e vissuto

Diventa il responsabile creatore della tua Esistenza, così delicata e miracolosa

Abbi cura

Osserva con gentilezza ed equanimità

Osa

Mettiti in discussione

Sii pronto a virare, orienta le vele e .. buon vento

Lasciare andare: appellarsi all'eleganza e la leggerezza

“Caro Lucilio, ti è chiaro – ne sono certo – che nessuno può vivere felicemente e neppure in maniera tollerabile senza l’amore della saggezza: una perfetta saggezza rende felice la vita, ma tollerabile la rende anche una saggezza imperfetta.

Questo concetto, anche se è evidente, deve tuttavia essere rafforzato e scolpito nel profondo con una riflessione quotidiana: mantenere i propositi fatti richiede più impegno che concepire onesti propositi.

Bisogna perseverare e rinvigorire il nostro spirito con una assidua applicazione, finché la tendenza al bene diventi saggezza.”

Seneca, “Lettere a Lucillo”

Fai un favore a te ed al mondo…

parti dall’accettare chi sei e la vita che hai in questo momento; poi rimboccati le maniche: è il primo passo per realizzarti pienamente!

Abbiamo bisogno di persone felici.

Come dice sempre la mia maestra di meditazione, Nicoletta Cinotti, “Se al mondo ci fossero tutte persone felici a nessuno verrebbe in mente di nuocere ad un altro essere vivente”.

Grazie,

Buone riflessioni ed applicazioni.

Chiara Virzì

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