…In cosa consistono le attivazioni bioenergetiche?
L’autunno è alle porte e per la nostra ipofisi, data la diminuzione di ore di luce, è un toccasana dedicarsi a un’ attenta respirazione.
Le attivazioni bioenergetiche, di derivazione dal mondo dello yoga, abbinano tre elementi in maniera sinergica:
pranayama avanzato (un tipo di respirazione “avanzata”, appunto)
visualizzazioni creative
intenzione precisa (come la pace o la stimolazione del processo di auto- guarigione del corpo).

Il Prana è la forza vitale, con Ayama intendiamo “espansione e liberazione”.
Quando il respiro si calma, la mente lo segue, e ne derivano lucidità, centratura e armonia.
Le attivazioni lavorano su tutti e sette i livelli dell’essere umano:
Fisico
Vitale
Emozionale
Mentale
Causale (contiene le informazioni del nostro passato)
Spirituale
Coscienziale (la nostra essenza, in unità al Tutto)

I benefici della tecnica in oggetto sono molteplici:
rivitalizzanti
detossinanti
stimolanti del contatto col Sé superiore
manifestanti il benessere che ricerchiamo in varie aree della nostra Vita
(tutto è interconnesso).
La concezione dell’essere umano quale composto da più livelli era già presente nelle tradizioni occidentali; egli dunque può essere concepito, percepito e conosciuto attraverso sette differenti piani di esistenza e livelli di coscienza.
Sappiamo, anche dalle neuroscienze, che il respiro modifica la materia e trasmuta la biologia del corpo; inoltre, l’uso dell’intenzione applicata al respiro regola il tono dell’umore, le nostre emozioni e le qualità dei nostri pensieri.
Respirare consapevolmente ci riporta a riallinearci alla ciclicità della vita.

Grazie alle attivazioni bioenergetiche possiamo immettere una quantità maggiore di ossigeno rispetto all’ordinario, nutrendo così al meglio le nostre cellule, i sistemi e gli apparati del corpo, ristabilendo armonia globale.
Le modalità di respirazione generalmente sono tre:
Addominale
Toracica
Clavicolare.
Ecco invece i nomi delle tre tipologie respiratorie nelle attivazioni:
Bhastrika
Kapalabhati
Respirazione inversa.
Il numero di respirazioni progressive consigliate è 7-14- 21.
Nella prima inspiriamo dalla bocca ed espiriamo dal naso, espellendo tossine fisiche, mentali ed emozionali e nel contempo stimolando i processi metabolici e rigenerativi, purificando i canali di respirazione.
È bene si operi in presenza, lentezza e profondità.
Le attivazioni possono essere fatte da tutti, se non si hanno problemi di salute particolari e se non si è in gravidanza.
Attenzione però alla postura!
Da seduti/e, i piedi sono ben in contatto con la terra, si ha una retroversione leggera del bacino, il mento si porta leggermente verso lo sterno e la colonna vertebrale si estende verso l’alto, naturalmente.
Il secondo tipo di respirazione, chiamata anche respiro del fuoco, migliora la circolazione, rinforza la muscolatura addominale, migliora la digestione, purifica il sangue, aiuta a rilassare i muscoli facciali e tutto il sistema nervoso; aumenta inoltre il livello di energia e concentrazione. In questo caso si inspira dal naso e si espira dalla bocca.
L’esecuzione ha un ritmo graduale in crescendo ed è bene che l’ampiezza e la profondità dell’inspiro e dell’espiro si equivalgano.
Nell’ esecuzione, la lingua è attaccata al palato, così come nella ritenzione e nella respirazione contemplativa della luce che parte da noi e si espande al di là di noi.
Nella fase della respirazione contemplativa, al termine di ogni pratica respiratoria, l’attenzione è volta al punto tra le sopracciglia.
Al termine di questo tipo di respirazione in cui il movimento prevalente è quello del diaframma che si contrae e si espande con una certa velocità crescente, si inspira completamente tutta l’aria dal naso, svuotando i polmoni e rimanendo in ritenzione per quanto ci è possibile.
Infine, nella respirazione inversa, tipica tecnica taoista, si inspira dal naso e si espira dalla bocca con vigore.
Durante queste respirazioni mirate, possiamo osservare i due principi della vita:
l’elettrico, di origine prevalentemente maschile e più d’azione;
Il magnetico, di origine prevalentemente femminile e pregno di spirito d’accoglienza dell’esperienza nel momento presente.
Alla fine di questa tipologia di respirazione, si inspira dalla bocca tutta l’aria rimanendo in ritenzione fin quando è possibile, dopodiché si effettuano tre respiri di rilascio sonoro e inizia la fase della respirazione contemplativa, per concludere con altri tre respiri di rilascia sonoro.

Curiosità:
La ritenzione del respiro a polmoni vuoti facilita il vuoto mentale
Con la ritenzione dell’aria a polmoni pieni il corpo ha a disposizione maggiore energia e la mente può focalizzarsi su un determinato oggetto di attenzione, fisico o astratto.
Le attivazioni bioenergetiche riequilibrano i tre Guna, di tradizione indovedica, ossia le tre influenze della natura materiale:
Tamas (l’inerzia)
Rajas (il movimento)
Sattva (la virtù)
Gli ingredienti principali della pratica?
Ascolto del nostro corpo, umiltà e amore.
Evitiamo il giudizio e le aspettative…abbandoniamoci alla Sapienza della Vita che si esprime tramite il nostro corpo radicato, lo Spirito illuminato e la mente focalizzata.
L’obiettivo fulcro della pratica?
Tornare a casa, a noi stessi, alla nostra autenticità dell’essere.
Preferite praticare all’aperto o in luoghi arieggiati e spaziosi, preferibilmente al mattino e a digiuno.
Contattatemi per altre delucidazioni… Innalziamo le nostre vibrazioni ed estendiamole a chi ci circonda e all’ambiente!
Infine…In esclusiva per voi che mi seguite, il seguente dono musicale attinente con ciò che possono favorire le attivazioni bioenergetiche , specie se praticate per un minimo di ventuno giorni….il processo di autoguarigione del corpo!
Grazie, grazie, grazie!