“Ogni essere umano avverte dentro di sé in modo istintivo ed insopprimibile l’assoluta necessità dell’amore.
Eppure, in molti casi, s’ignora il vero significato di questo complesso e totalizzante aspetto della vita.”
Erich Fromm
Care lettrici, cari lettori,
quest’articolo è una presa di coraggio – seppur in tutta la sua umiltà – ma anche una confessione.
Nonostante gli studi mai interrotti e certosini, volti ad ampliare la ricerca dello scibile umano ed in questo caso specifico dell’insondabile ed inenarrabile mistero dell’Amore. mi ritrovo qui a parlarne con un’emozione che non ha eguali nella mia esistenza e carriera.
La collega psicoterapeuta che mi segue con dedizione dice che sono in una fase importantissima, che ha definito “Vita aperta”: in poche parole non ho un compagno, ma qualcosa di molto più elevato e sublime, e sto esplorando il mondo e me stessa a trecentosessanta gradi – da scienziata e poetessa, come direbbe la mia maestra di meditazione – con un bene verso me e l’essenza divina che mi abita che solo il pensiero m’inebria, figurarsi ora che lo verbalizzo ed imprimo su carta (in questo caso anche su computer).
Nello stesso tempo nutro un Amore verso tutti gli esseri – per alcuni in modo più singolare e beatifico – che sazia quell’anelito d’infinito che ci portiamo dentro da prima della nascita credo .. quando cioè siamo in procinto di cambiare dimensione, ma sentiremo sempre una nostalgia indicibile verso quello che non si sa dire, e nonostante ciò ci riguarda profondamente.
Molti studiosi sono stati attratti dal vastissimo tema del mistero d’Amore, altrettanti hanno cercato di decifrarne e restringerne il campo catalogandolo (amore filiale, coniugale, lavorativo, fraterno, materno, paterno, erotico, per sè stessi, per Dio).
L’Amore immenso gemello della mia Esistenza qui sostiene sia “La Suprema Felicità”, ed io disquisendo con Lui ho aggiunto: “Il dono incondizionato per eccellenza”.
Rileggendo il titolo di quest’articolo, potrebbe sembrare stia cercando di barcamenarmi anch’io, procedendo a tentoni su una tale Vastità superlativa e nutritiva…ma se non vi fermerete all’apparenza comprenderete presto che sto cercando non di definire, ma di indagare il tema dell’unione armonica fra le componenti del mascolino e del femminino sacri, insiti in ognuno di noi ed interconnessi alla Matrice, l’Amore verso il Divino Amore Assoluto, che ricerca esclusivamente e prioritariamente il bene di tutti gli esseri.
Il FEMMININO ed il MASCOLINO equivalgono all’integrazione simboleggiata nei testi alchemici dall’immagine del REBIS, oppure dell’ ANDROGINO ermetico risalenti al mito dell’anima gemella di Platone.
Negli stessi testi è scritto che per ottenere la PIETRA FILOSOFALE, uno stato d’essere spirituale ed il relativo potere realizzativo, occorre prima celebrare lo sposalizio del Re e della Regina, del Sole e della Luna; in altre parole, l’alchimista deve realizzare l’unione dell’energia vitale mascolina, proiettiva, fecondante, con l’energia vitale femminina, ricettiva, generativa, e l’unione degli aspetti psichici del femminino con quelli del mascolino, risultato nient’affatto facile per i cavernicoli Platonici.
Sono i fattori opposti ma complementari di qualsiasi creatività, ovviamente biologica, ma anche artistica e soprattutto spirituale, presenti entrambi in ogni essere umano, uomo o donna che sia, anche se uno di essi lo è sempre in forma inconsapevole o contrastata.
Bisogna mandare in equilibrio il Tao, lo yin e yang dentro di noi per formare un cerchio completo.
Un’unità.. il Solve et coagula Alchemico, che trasforma il piombo in oro.
All’inizio, quando le persone sono ignare di come si gestiscono queste potentissime energie archetipiche, esse lavorano in ognuno di noi a LIVELLO OMBRA e perciò in modo ANTAGONISTA.
Mi spiego meglio: esce fuori il mascolino quando litighiamo per incrementare un litigio o per avere ragione in una discussione, invece di far uscire il femminino che serve per la comprensione del conflitto mettendoci nei panni dell’altro.
Le guerre ed i conflitti nel mondo nascono dall’essere ignoranti su quest’aspetto fondamentale.
Quando invece li utilizziamo in modo corretto, cioè non competitivo ma integrativo, si sviluppa un continuo ed intenso dialogo interiore tra la SENSIBILITÀ che ci serve per OSSERVARE ciò che ci circonda e la LOGICA, che invece ci serve per AGIRE nel mondo, tra amore e volontà, tra forze introverse ed estroverse.
Una delle regole principali della psicologia alchemica è:
NON AGIRE IL DESIDERIO, ma anche NON RIMUOVERE IL DESIDERIO.
Un paradosso, apparentemente: se non posso agire il desiderio e non posso reprimerlo che ci devo fare?
Ebbene, ci diremo mentalmente: io agirò ma non subito, perché ora sono in preda alle mie brame animiche, alle energie del mascolino e femminino ombra; agirò quando sarà il momento, quando la pervasività di ciò che sento si sarà attenuata.
Rimandare un’azione reattiva ed emotiva è la prima fonte di potere del LIBERO ARBITRIO che tanti invocano, ma che in pochi conoscono.
Ad un livello più elevato, il femminino in genere si realizza nell’esperienza sentimentale o religiosa, il mascolino nella ricerca filosofica o tecnologica e scientifica.
Molti uomini con grandi doti artistiche o mistiche hanno una femminilità molto sviluppata, e molte donne con notevoli capacità tecniche o speculative una mascolinità altrettanto sviluppata.
Spesso, in ambito esoterico, la donna ricerca vie mistiche attraverso il centro del CUORE, l’uomo vie di CONOSCENZA attraverso il centro della testa.
La donna si serve dell’impulso dell’uomo per iniziare il percorso di trasformazione e l’uomo della forza animatrice della donna per completarlo.
Da quest’unione nasce la coppia sacra. Altrimenti il rapporto amoroso è destinato a fallire.
Si ama in modo funzionale quando si sovrabbonda di energia creatrice amorevole che si travasa inevitabilmente all’esterno; non è sicuramente amore cercare una stampella nell’altro o pretendere che sia egli/ella a fornirci ciò di cui abbiamo bisogno per sentirci “completi”.
Amore maturo è occuparci di noi e sapere chi siamo, per poi diventare noi stessi/e in primis quel tipo di persona – nostro specchio – con la quale desideriamo relazionarci.
Amore è apprendimento accattivante, necessita di flessibilità cognitiva e cura costanti.
Amore è preservare la propria integrità, e solo dopo mescolarci al mondo dell’altro in punta di piedi, seppur restando due e non pericolosamente fusi.
Amore non è innamoramento, bensì è il superamento dell’immagine ideale che ci siamo prefigurati quando permettiamo all’altro di esprimersi in autenticità; amore non è neanche assenza di conflitto, a patto sia resiliente e costruttivo, oltre che rispettoso.
L’Amore è per me la sfida più intrigante in cui gli Esseri sperimentano le profondità animiche e le potenzialità inespresse, perchè ancora sconosciute, supportandosi spassionatamente.
Per amori ingarbugliati intendo semplicemente quelle relazioni in cui vi sono ancora nodi da sciogliere fra le pieghe del nostro incommensurabile universo interno stupefacente; bisogna che troviamo la motivazione di tuffarcisi dentro se vogliamo sperimentare uno stato tendente all’ estatico.
Gli amori datati sono per me quelli decantati da poeti, scienziati, filosofi, psicologi, pedagogisti, sciamani, per giunta dai nostri nonni, nella loro fedeltà a volte oltre misura.
Nella società odierna entrano in scena gli amori liquidi (Zygmunt Bauman ne ha parlato a lungo), in cui si sfocano i confini consueti e se ne delineano altri desueti e poco esplicitati e validati ancora.
In ultimo – ma non in ordine d’importanza – un pò snobbati forse perchè ritenuti irraggiungibili , impossibili o oltremodo impegnativi – vi sono gli amori illuminati: quelli in cui si coltiva la Connessione suprema con tutte le nostre parti amandole ed accettandole totalmente, per poi affacciarsi al sentimento nobile che investe tutti gli esseri indiscriminatamente, in collegamento alla Fonte di tutto ciò che è, al Divino Amore Assoluto che ha creato la terrificante meraviglia che respira con noi e si espande senza inizio nè fine.
Personalmente sono nella fase in cui mi accingo ad assaggiare questo nettare prelibato e vi posso garantire che ha un gusto ed un profumo di vita piena, libera e felice mai percepita prima, dove tutto ciò che mi circonda è giusto e perfetto così, e concorre alla mia elevazione ed evoluzione inesorabili ed inarrestabili.
Non è stato semplice questo “passaggio di stato”, e va coltivato costantemente per non ricadere nei vecchi schemi; non vuol dire “dissoluzione del piccolo Io”, ma consapevolezza della sua esistenza e padronanza gentile ed autorevole tramite le qualità del Sè superiore, che finalmente si appresta a tornare al suo aspetto originario e luminoso, sempre più alleggerito dalle scorze (le difese) costruite nel tempo, quando non conoscevo gli strumenti che ora utilizzo invece con gratitudine e più familiarità.
Riunire le componenti del mascolino e del femminino sacro in noi sotto la Supervisione del Supremo Amore non è scontato, è un regalo; va desiderato, ricercato, conquistato e perseguito tenacemente, tenendolo come intenzione fissa ed equanime, compassionevole e fiduciosa.
C’è una citazione che mi ha piacevolmente colpita e conferito un profondo senso di leggerezza in proposito:
“La vita serve per prepararci a dover rispondere a queste due domande quando moriremo:
-Cos’hai imparato?
-Ti sei divertito?“
L’Amore di cui vi parlo rende degna d’essere vissuta un’esistenza dove non mancano sofferenza, fatica, malattie, ingiustizia, e che termina inevitabilmente con la morte, o per meglio dire; “Passaggio di stato” e per me ritorno all’Incommensurabile dal quale provengo.
L’Amore per il divino, ma anche per ciò che lo rispecchia, per il prossimo, per la natura, per l’arte, per la bellezza e l’armonia, ed anche per l’alchimia, dà senso, sapore e poesia alla nostra breve – ma intensa, se ci mettiamo del nostro – esistenza.
Se questo tema ti ha affascinato parliamone ancora!
Sono a servizio.
Chi