Chiaramente

di Chiara Virzì
Le origini dello Yoga

Le origini dello Yoga

Tuttti sappiamo che lo Yoga ha origini millenarie; nonostante ciò è davvero difficile risalire alle origini esatte, poichè inizialmente codesta tradizione veniva tramandata oralmente.

In queste condizioni di incertezza storica, si fa spazio un mito, in cui i protagonisti sono Shiva – ovvero colui che distrugge e riproduce – Parvati, sua moglie – ovvero la sua energia femminile – e Matsya, un pesce.

Le origini dello Yoga

Si narra che migliaia di anni fa, in India il grande Maestro Shiva – con tre occhi per la sua capacità di vedere nelle tre dimensioni del tempo – passato, presente e futuro – distruttore e generatore – insegnava i segreti dello Yoga alla sua amata sposa Parvati, in una caverna dove si riversavano le onde dell’Hatha Vidya, la scienza dello yoga appunto, comprendente le asana, le posizioni magiche di cui egli stesso era creatore, riservate solo agli indiani (si narra fosse stato ispirato dall’osservazine degli animali).

Nel frattempo, nel vicino fiume, un pesce nuotava verso valle. Matsya (il termine sanscrito che indica il “pesce”) era un pesce speciale capace di ascoltare con attenzione.

In pesce, affascinato dalla voce di Shiva, segue di nascosto questi insegnamenti.

Prima di allora, non aveva mai assistito ad una lezione sulla natura della vita e dell’universo, ma quelle parole gli sembravano importanti.
Mentre ascoltava, cominciò ad accadere qualcosa di magico.

Sentì che le tecniche e la teoria dello yoga iniziavano a prendere possesso del suo corpo e a vivere dentro di lui.

Ascoltando perfettamente le istruzioni di Shiva fino al termine del suo discorso, avvenne la trasformazione: Matsya si trasformò in umano, aveva scoperto lo Yoga.

Shiva rimase affascinato della trasformazione di Matsya, del suo impegno e della sua costanza, tanto da affidargli l’incarico di diffondere al mondo le magiche tecniche di questa disciplina.

Fu così che il pesciolino diventò il primo yogi con il nome di Matsyendra (letteralmente in sanscrito significa “pesce fatto uomo”), il quale a sua volta insegnò segretamente al genere umano questa pratica, tramandata dall’imprescindibile relazione interveniente fra maestro a discepolo ( da guru a studente), dando così inizio alla lunga stirpe che, nel corso di migliaia di anni, ha tramandato con successo gli insegnamenti dello yoga attraverso una tradizione orale, scritta ed attraverso le scuole createsi.

Mi preme sottolineare come quello che si trasmette nello yoga non siano solo tecniche, parole ed insegnamenti, ma una continuità spirituale.

Gli Yogi in India svolgono una vita abbastanza eremita e si distaccano dal sistema piramidale della società e dalle sue regole insite; hanno quindi un’identità ed una visione della vita differenti, alternative, vivono insomma una coraggiosa esistenza “su misura della loro indole”, al di là del cosiddetto: “Velo di Maya”, ciò che nasconde la realtà delle cose, come affermava anche Shopenhauer.

Esplorare sempre di più questa realtà invisibile e la relazione con quel mistero d’amore che è il fondamento sia del visibile che dell’invisibile, addentrarsi in questa spiritualità è la strada che ci conduce allo yoga autentico.

Il racconto illustra le magiche trasformazioni che l’uomo può produrre su di sé grazie alle tecniche dello Yoga; grazie alla pratica si può infatti giungere a realizzare appieno le potenzialità umane (solo allora, da pesce diventerà uomo).

Le origini dello Yoga

Nell’essere umano vi è il tutto: in lui abitano tutte le energie, occorre soltanto farle emergere…

Niente è più importante dell’ascolto di sé, dell’impegno, della costanza, dell’apertura del cuore e della presa di coscienza della nostra capacità di trasformarci, sviluppando le divine qualità e facendo emergere il nostro potere infinito di trasformare il nostro mondo interno per trasformare il mondo esterno.

A questo scopo la meditazione tipica indiana è illuminante e di fondamentale importanza, fra le pratiche che si avvicendano. ed a cui gli Yogi dedicano buona parte del loro tempo con devozione e disciplina.

L’induismo non è una religione

Gli abitanti dell’India non amano definirsi, nè tantomeno categorizzare la propria spirituaità sotto l’etichetta di religiosità.

Del resto..come si potrebbe contenere l’oceano in un bicchiere d’acqua?

Curiosità…

Allora -vi chiederete –da dove deriva il termine induismo? Ottima e sagace domanda: dagli inglesi che ai tempi colonizzarono l’India.

Il fondamento della visione, della spiritualità indiana è il dharma universale, una legge di Vita, secondo la quale c’è un ordine in tutta l’esistenza, come in un’orchestra, dove ci sono tante note, tanti strumenti, ma c’è un unico direttore di orchestra che governa e dirige tutto; ogni strumento ha la sua nota particolare, il suo spartito originale, i suoi ritmi ed i suoi tempi, e l’unione di tutto questo permette una melodiosa armonia.

Le origini dello Yoga

Al dharma, nella cultura Indù, si associano lo Svadharma (l’atteggiamento interiore con cui si compie la missione per la quale si è nat* e deriva dalla consapevolezza del proprio sé e dall’impegno che ci si assume nei confronti della vita) ed il karma, che è il risultato delle nostre azioni.

Riassumendo questi tre concetti:

  • ciascuno è frutto di ciò che è stato a monte di questa specifica esistenza che oggi viviamo
  • non è una casualità quello che noi oggi realizziamo in termini di individualità fisica, di pensieri, di sentimenti, di volontà
  • la chiave della Libertà, ossia della nostra specifica ascesi realizzativa, è qui ed ora; non può essere cercata altrove, non può essere esplorata negando sé stessi e la propria natura. Questo è anche il viaggio virtuoso che ci conduce dal Samsara (o “viaggio dell’Atman”, il nostro soffio vitale) a Moksha (o “liberazione” dal ciclo di morte e rinascita a cui si è soggetti nello stato di Samsara), tramite l’esperienza del Samadi, in cui si reintegrano tutte le parti dell’Essere e si è in grado di raggiungere lo stato di estasi. ……Affascinante, vero?
Le origini dello Yoga

I quattro sentieri dello Yoga: come districarsi

Al momento ve li accenno solamente, poichè meritano un articolo dedicato ed approfondimenti adeguati al complesso e sublime tema.

La tradizione induista vanta:

il Bhakti yoga, o sentiero della devozione; Jnana yoga, o sentiero della conoscenza del Sè; Raja yoga, lo yoga del controllo fisico e mentale descritto da Patanjali; in ultimo, ma non in ordine di importanza, il Karma yoga: la via dell’azione.

Come ormai sapete, sono a servizio per qualunque curiosità o delucidazione..e vi saluto con una musica, una voce ed un mantra per me celestiali.

Al prossimo appuntamento!

Vostra Chiara

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