Maturato ai primi del ‘900 dagli studi sull’ipnosi di Bernheim e Charcot in Francia, ed elaborato dallo psichiatra tedesco J.Schultz, è essenzialmente una tecnica di rilassamento volta a far acquisire all’utente maggior autonomia di azione nel cambiamento e minore dipendenza dal terapeuta per il raggiungimento del proprio benessere.
Utilità
Esso influenza varie funzioni dipendenti dal Sistema Nervoso Vegetativo, come la respirazione, la circolazione del sangue ed il metabolismo; inoltre attenua gli sbalzi d’umore e migliora l’equilibrio psicosomatico.
L’armonia interiore viene così incrementata e muta l’atteggiamento nei confronti delle circostanze della vita.
Nello sport amplifica i risultati auspicati, proprio perchè accresce la consapevolezza delle proprie potenzialità.
Abbiamo anche degli esempi speciali di come rilassarsi a casa nostra, se abbiamo la predisposizione ad accudire gli animali addomesticati e riserviamo loro i corretti spazi per esprimersi al meglio.

Quando abbiamo voglia di interrompere l’usuale frenesia che contraddistingue la società odierna nelle grandi metropoli, tendiamo a trovare soluzioni compensative che non sempre sono funzionali (parlo ad esempio delle dipendenze dal fumo o dal cibo).
Praticare l’abitudine del training autogeno non implica un grosso dispendio di tempo..si tratta di dieci minuti per due-tre volte al giorno nelle prime settimane, cominciando con l’inserire il primo esercizio e poi gradatamente gli altri.
Se desiderate seriamente e profondamente prendervi cura di voi, cominciate col togliere orologio, occhiali e scarpe, per poi preparare adeguatamente il vostro ambiente (confortevole ed in penombra), i capi indossati (comodi, con fibre naturali) ed attenzionare le posture tenute.
Fermarsi: conosciamo le posture della pratica

- Posizione supina (il corpo è totalmente abbandonato)
- Seduto/a su una poltrona (non incrociare le mani e le gambe, appoggiare la testa e gli avambracci, evitare poltrone troppo morbide o basse)
- Seduta/o su una sedia (i piedi poggiano a terra, le ginocchia sono leggermente divaricate, la colonna vertebrale è morbida, il mento è rivolto leggermente al petto e gli avambracci poggiano sulle cosce).
Entriamo nel vivo..gli esercizi
Sono essenzialmente sei (i primi due detti fondamentali, i quattro successivi complementari), e mirano a raggiungere:
- la pesantezza (per rilassare i muscoli)
- attenzionare il calore (per dilatare i vasi sanguigni periferici)
- presenza nel cuore (per incrementarne la coerenza)
- respiro intenzionale (per alleggerire l’apparato respiratorio)
- focalizzazione sul plesso solare (riequilibra gli ormoni dell’addome)
- consapevolezza alla fronte ed alla sommità del capo (agisce a livello cerebrale e coscienziale)
Come parlarsi durante la pratica (le istruzioni da darsi)
Si può cominciare col chiudere gli occhi ed attuare una respirazione diaframmatica, benefica per concentrarsi, conciliare il sonno, allentare le tensioni psico-fisiche e disintossicare l’organismo.
Successivamente inizia il ciclo vero e proprio: si inspira lentamente per circa sei secondi, riempiendo prima l’addome e poi la parte media ed alta del torace; trattenere l’aria per circa tre secondi; espirare gradualmente per altri sei secondi, espellendo l’aria prima dal torace e poi dall’addome; infine restare in apnea per tre secondi.
Riprendere il ciclo proseguendo per almeno altri cinque-sei atti respiratori.
Generalmente ci si dice: “Sono calmo, perfettamente calmo, calmo, sereno e rilassato”-
Poi, nel caso dell’esercizio della pesantezza, si passa in rassegna il corpo sottolineando la pesantezza di ogni parte, o nel caso del calore, se ne evince il calore e lo si recita a voce alta.
Riguardo infine agli esercizi sugli organi, ci si può aiutare visualizzando un sole che si espande, o “trasferirsi” nel nostro luogo sicuro e godere appieno dell’esperienza, scorrendola nei dettagli.

Al termine di ogni seduta…
ci si “riprende con movimenti gentili e via via un pò più energici, per poi aprirci alla nostra giornata ed alle relazioni con fiducia, serenità ed in presenza.
Il training autogeno può essere personalizzato, in base ai bisogni dell’utente ed al momento che sta attraversando.
Se vuoi saperne di più scrivimi, sarò felice di aiutarti!
Chiara