Chiaramente

di Chiara Virzì
L'iperico, o erba di San Giovanni: usi terapeutici, simbologia e leggende

L’iperico, o erba di San Giovanni: usi terapeutici, simbologia e leggende

L’etimologia del nome scientifico “Hypericum” è molto dibattuta, ma la teoria più accreditata la fa derivare dal greco hupér (“sopra”), ed eikṓn (“immagine, icona”) in quanto era comune appenderla sopra le immagini sacre per allontanare gli “spiriti maligni”.

Infatti si narra che, se raccolta nella notte del 24 giugno, nonchè giorno di San Giovanni, sprigionerebbe secondo le leggende poteri magici, rivelandosi utile per difendersi dalle malattie e dagli spiriti maligni, per questo definito anche “scaccia diavoli”.

L'iperico, o erba di San Giovanni: usi terapeutici, simbologia e leggende

L’iperico appresenta una delle erbe essenziali per il rituale della preparazione della famosa acqua purificatrice, insieme a lavanda, mentuccia, ginestra, ruta, rosmarino, salvia, noce, rosa, alloro, finocchio selvatico … e sono solo alcune delle essenze che vengono utilizzate per la preparazione dell’acqua profumata di San Giovanni.

Essa, una volta pronta, viene tenuta fuori per tutta la notte.

La mattina seguente, tutte le donne di casa devono lavarsi con quest’acqua, assicurandosi buona salute e pelle liscia e levigata.

Se ci sono ragazze in cerca di marito, esse devono lavarsi pensando intensamente al proprio amato, affinché riescano a sposarsi entro l’anno.

L'iperico, o erba di San Giovanni: usi terapeutici, simbologia e leggende

Nell’antica Roma la pianta era sacra a Giove e considerata il simbolo della luce che disperde l’oscurità, mentre nella mitologia nordica la pianta è sacra al dio Balder.

Si narra che le “streghe”, o meglio “Donne- medicina“, nella notte di San Giovanni fossero in giro per radunare persone e poi si riunissero intorno ad un albero di noce per i rituali di festeggiamento.

E’ risaputo che i contadini, sin dagli albori, lo coltivassero  vicino casa o lo appendessero come amuleto in piccoli mazzetti su porte e finestre,  o ancora sotto i cuscini, oppure collocato dentro le stalle per proteggere il bestiame.

Talvolta veniva anche utilizzato in corone mentre si danzava intorno al fuoco e poi apposto su tetti della casa o parti a rischio per proteggere da fulmini e saette.

L'iperico, o erba di San Giovanni: usi terapeutici, simbologia e leggende

Attualmente viene impiegato in numerose preparazioni per le sue proprietà antisettiche, cicatrizzanti, decongestionanti, balsamiche, antinfiammatorie, antivirali, antieritematose e sedative.

Inoltre, grazie al suo contenuto di serotonina, attiva a livello nervoso, è stato utilizzato con successo da alcuni psichiatri americani contro la depressione lieve, ad uso interno; viene preparata una tintura, o estratto oleoso, ma attenzione: può interagire con altri medicamenti, quali cardiotonici ed anticoncezionali.

Per la preparazione dei rimedi vengono utilizzate, rigorosamente fresche, foglie e sommità fiorite, raccolte da giugno ad agosto.

Esse contengono antrachinoni (ipericina), flavonoidi semplici (iperoside e rutina), tannini, iperforina ed olio essenziale.

Il preparato più importante e sicuramente più efficace è l’oleolito di Iperico, utilizzato per curare scottature e piaghe, per il trattamento di ustioni, eritemi solari, ferite, mialgie e psoriasi.

L’unguento si rivela utile per contusioni e distorsioni, mentre si può preparare un infuso per uso esterno, efficace nella detersione delle ferite.

L’iperico si dimostra molto utile nelle affezioni catarrali croniche e come balsamico.

Anticamente veniva utilizzata anche per gli ossiuri.

In cosmetica, viene utilizzato con funzione eudermica ed astringente su tutto il corpo, utile alle pelli che avvizziscono.

In passato veniva impiegato anche per i morsi di serpente.

Possiede inoltre proprietà foto-sensibilizzanti: gli animali che se ne sono cibati diventano particolarmente sensibili alla luce solare.

Alcune zone dell’epidermide perdono infatti pigmentazione, e, se esposte al sole, sono soggette a forte prurito.

Con i frutti seccati, anticamente, veniva preparato un tè.


Sepali e petali, se strofinati tra le dita, secernono dai peli ghiandolosi dei pigmenti di colore rosso.

L'iperico, o erba di San Giovanni: usi terapeutici, simbologia e leggende

Parlando di iperico e della sua simbologia, non si può non pensare alla Merkaba.

Se scomposta foneticamente, questa parola significa “luce, corpo, spirito”, secondo un’antica traduzione egiziana.

Si riferisce essenzialmente ad un modo di connettersi con la luce, il corpo e lo spirito attraverso i mezzi di questo simbolo; i tre elementi della parola possono essere paragonati ai tre aspetti della Santa Trinità.

Dal punto di vista matematico è un simbolo tridimensionale, composto da due triangoli che si trovano di fronte a direzioni opposte e si collegano o si sovrappongono al centro.

Il triangolo inferiore rappresenta la femminilità e ruota in senso antiorario, mentre la parte superiore si riferisce alla mascolinità e ruota in senso orario, il tutto contemporaneamente.

Il design sembra una stella a sei punte se visto da una prospettiva bidimensionale. 

Questo simbolo a stella  ricorda da vicino un altro simbolo, la Stella di David.

Mentre ruotano in direzioni diverse, i due triangoli tridimensionali formano una Stella Merkaba che simultaneamente sta tirando su di se il potere dalla terra (femminile) e nel contempo attinge energia dal cielo (maschile).

Si dice che questa combinazione di forze porti l’equilibrio attraverso il campo energetico che crea.

Se pensiamo al potere energetico di una vera stella nell’universo, questo diventa un simbolo ancora più stimolante.

Se vi ho incuriosito, interagiamo!

Fornitemi un vostro feedback e domandate per gli aspetti che vi risuonano e desiderate approfondire.

Sono a servizio!

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