Care e cari,
scrivo quest’articolo in vista del mio prossimo evento in programma dal vivo.
L’ultima newsletter inviata era centrata proprio su questo tema; oggi scenderemo un pò più nel dettaglio, con un primo esercizio pratico in dono per voi a fine articolo.
Mindful parenting … in cosa consiste essenzialmente?
Susan Bogels, una dei pionieri del metodo, ci spiega che è un processo creativo continuo, dunque non un punto di arrivo.
E’ un’attenzione gentile ed intenzionale al presente, momento per momento, senza giudizio, né aspettative, o presumendo di sapere “come andrà a finire”.
Consiste nell‘essere consapevoli del nostro panorama interno (pensieri, emozioni, sensazioni, immagini) e di quello esterno, composto da figli, famiglia, casa, comunità e cultura in cui viviamo.
E’ una pratica costante, e può crescere fino ad includere una maggiore consapevolezza della natura unica di ciascun bambino – dei suoi bisogni e sentimenti – , una maggiore capacità di essere presente ed ascoltare con piena attenzione, riconoscere ed accettare le cose così come sono – istante per istante – siano esse piacevoli o spiacevoli, riconoscere i nostri schemi di reazione ed imparare a rispondere in modo funzionale, con maggiore e migliore intelligenza emotiva.
Relativamente agli automatismi reattivi, varie ricerche degli psicologi cognitivisti confermano quanto incidano sulla nostra vita lucida e consapevole il pregiudizio e la distorsione della realtà; ciò può essere dovuto a problemi propri o del figlio, diagnosi mediche, paragoni con le altre famiglie, storie familiari pregresse.
La nostra mente tende a confermare il pregiudizio, notando nell’ambiente ciò che avvalora la nostra ipotesi, ma in questo modo la nostra identità diventa rigida e non lasciamo lo spazio necessario per evolvere a noi ed agli altri.
Attenzione poi alle etichette, anche a quelle positive rivolte ad uno dei nostri figli, perchè automaticamente – seppur inconsapevolmente – svaluta gli altri.
In questo caso è utilissimo fare pratica di compassione, ossia provare a riconoscere ed aprirsi in consapevolezza al dolore emotivo, riscoprire il senso di umanità condivisa (il dolore è comune a tutti gli esseri; almeno evitiamo la sofferenza, ossia il perdurare del dolore con la nostra attenzione prolungata e la mancata accoglienza dello stesso), rispondere con gentilezza amorevole e non autocritica (meritiamo ed abbiamo bisogno di compassione).
Il maestro Christopher Germer ci ricorda come la compassione ci dia la forza di attraversare le vicissitudini della Vita – il piacere ed il dolore, il guadagno e la perdita, la salute come la malattia – finchè non abbiamo la possibilità di cambiarle.
Alla nascita della nostra creatura è molto frequente che il genitore metta in scena inconsapevolmente la propria storia familiare pregressa, coi suoi fantasmi e demoni; ciò impedirà che abbia una relazione reale col figlio in sé e per quello che è: sono schemi relazionali difensivi; solo riconoscendo le nostre parti infantili irrisolte impareremo a fare da genitore prima a noi e poi ai nostri eredi preziosi, i quali hanno il diritto di diventare chi sono e non chi vorremmo che fossero.
“Se fossi in te, non curerei troppo la pianta.
Quelle attenzioni premurose potrebbero danneggiarla.
Smetti di zappare, lascia riposare il terreno e aspetta che sia secco prima di bagnarlo.
La foglia trova da sola la propria direzione …dalle possibilità di cercare il sole per conto suo.
Troppi stimoli e una tenerezza troppo assillante arrestano la crescita.
Dobbiamo imparare a lasciare in pace le cose che amiamo.”
(Naomi Long Magdett)
Il ritiro è aperto ai professionisti del benessere e a futuri e/o attuali genitori che vogliono vivere la relazione coi propri figli senza le ingerenze inconsapevoli delle proprie ferite emotive.
C’è una buona notizia:
la storia della tua vita non è ancora stata scritta definitivamente.
Vieni a cambiare il copione!
Il disco incantato può finalmente cessare di girare a vuoto.
… Ti ricordi come ci si sente ad essere piccoli?
Per essere un buon genitore bisogna prima aver accudito il nostro bambino interiore ed avere trasformato quel seme in potenza d’Amore in una quercia ombrosa ed accogliente con l’adultità.
Requisiti:
Abbigliamento comodo
portare tappetino, quaderno, penne e colori, fiori e candele per un rito iniziatico simbolico
voler mettersi in discussione
affidarsi
Programma:
Sessioni di yoga e meditazione, laboratori esperienziali e condivisioni per scoprire come funzioniamo, dov’è e qual è la nostra “cassetta degli attrezzi” e come tornare ad amarci ed armonizzare le relazioni, sapendo sostare nel momento presente ed in tutte le sue opportunità di crescita.
Il pagamento avverrà tramite PayPal sulla mail indicata in locandina.
Diffondi pure a chi pensi ne beneficerebbe .. e grazie!
Dedicherò questo ritiro alla mia famiglia..
Se non sai prenderti cura di te stesso e della violenza che ti porti dentro,
non sarai in grado di prenderti cura degli altri.
Occorre avere amore e pazienza per poter davvero ascoltare un compagno o un figlio.
Se sei irritato non puoi ascoltare.
Devi saper respirare con consapevolezza, accogliere la tua irritazione e trasformarla.
Thich Nhat Hanh
.. Ed ecco a voi l’esercizio promesso…
Osserva i tuoi figli con la “mente del principiante”, ovvero come se non fossero tuoi e li vedessi per la prima volta.
Cerca di notare ogni dettaglio attivando tutti i sensi al massimo delle tue possibilità in quel preciso momento, fruendo di un’attenzione aperta.
Immergiti appieno nell’esperienza .. fluisci col Tutto e lasciati stupire!
Puoi approfondire leggendo i miei articoli relativi alla mindfulness ed al bambino interiore.
Ti aspetto al ritiro .. nel frattempo goditi l’intervista che mi è stata fatta e che trovi qui in basso!
Chi