Chiaramente

di Chiara Virzì
Le magiche commistioni fra psicoanalisi e buddhismo zen

Le magiche commistioni fra psicoanalisi e buddhismo zen

Care e cari che mi seguite e leggete, quest’articolo mi sconfinfera particolarmente, poichè, come ormai saprete, nasco come psicologa per poi approdare alle discipline millenarie orientali, fra cui la meditazione, integrandole al mio bagaglio iniziale.

E’ bene intanto sappiate che la psicologia in Occidente nasce alla fine dell’Ottocento, mentre il Buddhismo e la Meditazione Theravada risalgono al terzo secolo a.C.

Questo può darvi contezza dell’imponenza e della ricerca esperienziale effettuata in Oriente rispetto ai temi interconnessi al Buddhismo, come la filosofia e la psicologia; abbiamo molto da imparare e tante volte noi esperti abbiamo tratto contenuti ed ispirazioni da questa tradizione sacra e prolifica.

Le magiche commistioni fra psicoanalisi e buddhismo zen

Detto ciò, proverò ora a delineare le commistioni principali fra Buddhismo e Psicoanalisi, non per metterli a confronto, ma per arricchire il nostro sapere e nutrire gratitudine per i maestri che ci hanno trasferito e tramandato queste tradizioni fino a noi oggi.

Partirò dalle macrocategorie , poichè per le microcategorie e le relative, dettagliate specifiche, redigerò articoli successivi, in modo da non ridurre eccessivamente all’osso dei contenuti così seri ed essenziali per la qualità della nostra Vita, secondo il mio modesto parere.

La prima commistione è sicuramente l’invito a vivere in piena consapevolezza di sè, senza giudizi, aspettative, resistenze e/o attaccamenti, esplorando chi siamo per accogliere pienamente noi stessi/e ed il momento che stiamo attraversando.

La seconda è investigare e dare un nome a quel “vuoto” che sentiamo, vuoto spesso correlato alla nostalgia relativa alla componente spirituale insita nel nostro animo ed alla ricerca di senso e realizzazione personale.

Per trasferirci nel piano del “sentire”, abbandonando per un attimo il pensare, è fondamentale tornare al corpo, la nostra casa pregna di saggezza ancestrale; ecco perchè si pone l’attenzione alle sensazioni fisiche e poi si correlano a determinati pensieri o immagini intervenienti, con conseguenti emozioni, più o meno complesse da apprendere come padroneggiare.

Questo processo si svolge sul piano del qui ed ora, del momento mistico in cui mi accorgo di ciò che sto provando e sperimentando in questo preciso istante, ma senza rimanervi invischiato, e provo ad esercitare l’arte del distacco, confortandomi e perdonandomi o perdonando, ove necessario.

Le magiche commistioni fra psicoanalisi e buddhismo zen

Altro aspetto in comune fondamentale – e di nuovo riferito al corpo – è sicuramente il ruolo che lasciamo esso abbia, più o meno consapevolmente: il nostro corpo, tempio di scritture simboliche, è “utilizzato” da noi come mero oggetto di piacere (per noi e chi con noi interagisce) o è un Soggetto?

Entrambe le pratiche oggetto di quest’articolo accompagnano l’utente a riappropriarsi realmente della propria esistenza, disinnescando gradualmente il proprio pilota automatico, smascherando gli schemi ripetitivi disfunzionali (“coazione a ripetere”) e riportando il nostro corpo allo status di Soggetto senziente e desiderante, degno di rispetto ed amorevolezza agita.

E’ una meravigliosa alchimia quella che si compie, un viaggio lento tutto da gustare per riappropriarci della nostra natura originaria e riconnetterci alla Coscienza Suprema che tutto pervade e nutre.

Un cammino sacro che ci riporta al nostro personale Significato di vita, scevro da manìe di perfezionismo (per colmare il senso d’inadeguatezza) e falsi Sè, frutto della cultura e dell’ambiente di riferimento.

Le magiche commistioni fra psicoanalisi e buddhismo zen

Una volta intrapreso questo viaggio affascinante con cura e gentilezza, e come amo dire io: “Senza fretta, ma senza sosta”, ci si può veramente relazionare con tutti i crismi all’altro, che poi è il nostro specchio, o maestro – più o meno consapevole – che ci mostra gli aspetti su cui possiamo lavorare per affinare quel diamante che noi siamo, o – se gradite di più quest’immagine – trasmutare il piombo in oro; ecco che allora una comunicazione efficace ed una relazione armoniosa ed equilibrata non sono più utopiche.

Utilissima può essere la pratica della scrittura creativa, poichè insieme alla capacità di auto-osservazione attiva la nostra mente più arcaica e metaforica, elaborando e svincolando materiale inconscio rimosso dalla consapevolezza ed allentando tensioni fisiche, rigidità mentali ed impulsi ad agire , difendersi preventivamente anticipando non si sa bene cosa (in realtà ci si aggancia ad un’esperienza passata che pare simile a quella presente) e tentativi di controllare il flusso naturale di tutte le cose, con un grave dispendio di energie psichiche e fisiche, in taluni casi anche compromettenti la sanità mentale.

Per queste e tante altre ragioni le due pratiche che stiamo iniziando a sviscerare sono delle vie elette per riconquistare una fede incondizionata nell’Esistenza e raggiungere davvero libertà, autenticità dell’essere (riconoscimento della propria personale vocazione) e felicità; esse aprono una prospettiva differente, più dignitosa, alla nostra vulnerabilità, vista come insostituibile risorsa per arrivare al cuore di tutto ciò che è, senza paura, ma con prudenza e lucidità mentale.

Le magiche commistioni fra psicoanalisi e buddhismo zen

“L’Io è un miraggio, non siamo l’Io.

Chi si è risvegliato è libero dalla paura.

La causa di difficoltà e vanità è un’ombra, un sogno”.

Buddha

Una volta individuati i falsi Sè, ed eliminati i timori sulla naturale incertezza ed impermanenza del Tutto, possiamo riportare a casa e lasciare che emergano tutte le nostre parti, senza censure, ringraziarle per aver svolto comunque una funzione nella nostra storia e, muovendoci con dimestichezza nel sempiterno e misterioso divenire, partire dal ricontattare il nostro Bambino interiore fino a raggiungere la persona che siamo diventata oggi e che può ancora meravigliosamente danzare le sue prossime trasformazioni e surfare le onde di un Universo d’Amore e di Senso, visibile ed invisibile, ma che vive anche in noi.

Le magiche commistioni fra psicoanalisi e buddhismo zen

Anche per oggi vi saluto caramente e ringrazio per la vostra attenzione, così preziosa ai miei occhi ed al mio cuore. Come ormai di consueto, ecco l’accompagnamento musicale di sottofondo alla lettura dell’articolo scelto umilmente per voi.

Vostra

Chi

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