Chiaramente

di Chiara Virzì
Le fiabe iniziatiche: C'era una volta....il matriarcato

Le fiabe iniziatiche: C’era una volta….il matriarcato

Un mondo senza favole e miti è silenzioso come una vita senza musica”

Georg Trakl

La protagonista del mio nuovo articolo è Mirella Santamato: donna, poeta, scrittrice, giornalista e tanto altro, avvolto di mistero.. solo a pochi è riservato il privilegio di accedervi!

A lei si è ispirato uno spettacolo di teatro il cui titolo è tutto un programma: “Il labirinto degli archetipi”.

Fra le tante vite ispirate da Mirella vi è anche la mia.

Così, il titolo del mio articolo è dedicato al libro omonimo da lei redatto, volto all’evoluzione del genere umano, affinchè la nostra Vita abbia come epilogo la frase “E vissero felici e contenti”…come ogni fiaba che si rispetti, come ogni favola il cui fine è fornirci una morale virtuosa, scevra da giudizio, intrisa d’amore incondizionato e guaritore.

Ho scelto di parlare di fiabe iniziatiche, onorando la madre creatrice Mirella, perchè ciò che ci raccontiamo cambia il corso della nostra esistenza, muta il nostro perchè di stare al mondo.

Per raggiungere il nostro nobile scopo comune dovremo fare un viaggio nel tempo, leggere fra le righe dei gloriosi e potentemente simbolici miti greci reinterpretati sapientemente da Mirella per renderli fruibili a tutti, qualunque sia il proprio bagaglio culturale o l’estrazione sociale…perchè tutti abbiamo il diritto di essere felici, indipendentemente da dove siamo nati e/o le modalità con le quali siamo cresciuti!!

Il libro scritto da Mirella è anche una sorta di trattato di psicologia: si ripercorrono vari autori fra cui Jung e i suoi archetipi rivelatori, illuminanti, così attuali nelle nostre Vite.

Mirella compie la meritevole impresa di fare da trait d’union fra gli insegnamenti delle antiche tradizioni (vedi anche LE METAMORFOSI di Ovidio) e le analogie con le fiabe più recenti.

I codici iniziatici vi sono in entrambi i casi:

-la violenza della costrizione in un luogo inospitale

-la paura dell’ignoto (traslato, il bosco), sede dei nostri mostri interiori

-il terrore di essere uccisi

Le fiabe iniziatiche: C'era una volta....il matriarcato
Dante e la sua personale selva oscura

Inoltre, qualunque fiaba iniziatica prevede un ATTO DI DISOBBEDIENZA (bisogna agire nella direzione di emanciparsi dalla paura).

Dunque iniziamo l’immersione in quello che rappresenterà una parte preziosa del nostro cambiamento interiore… “perchè le fiabe rivelano ai nostri bimbi interiori che i draghi possono essere neutralizzati”!

Le fiabe iniziatiche: C'era una volta....il matriarcato
Il cappello dei maghi, Berlino

Cominciamo col chiarirci alcuni dei termini chiave.

INIZIAZIONE:

E’una parola che proviene dal latino INIRE (andare dentro); della stessa origine il termine INIZIO, “primo passo”, mentre con “iniziati” si rimanda a”vasi vuoti”, simbolicamente parlando.

I miti sono i racconti pronunciati dalle donne accanto al telaio”

Euripide, IV sec. a.C. , dall’opera Ione

Ancora una volta, i nostri saggi insegnano a distanza di millenni e ci ammoniscono sul ruolo fondante della donna in ogni società che si rispetti.

Le protagoniste delle fiabe iniziatiche sono donne (vedasi cappuccetto Rosso, Biancaneve e Cenerentola).

Ora tuffiamoci nel loro significato recondito, per compiere il nostro personalissimo viaggio iniziatico.

Le fiabe iniziatiche: C'era una volta....il matriarcato

Cappuccetto Rosso

Perchè questo nome? Per rimandare alla ”conoscenza incappucciata”, a colui che ignora, non vede. “Rosso”, come il colore della passione amorosa.

E il lupo?

Rappresenta il lato ancestrale della virilità maschile, la potenza allo stato puro, un’energia atavica, istintuale, non ancora incanalata nel fine amoroso e amorevole.

Il lupo è la nostra sessualità “bestiale”: i suoi istinti della natura inferiore rimarranno tali finchè non si lascerà trasformare dall’incontro con un essere spiccatamente femminile che conosce il suo valore ed è generosa nel trasmetterlo a chiunque incontri nel proprio cammino, senza riserve né paure.

Allora si spiega la motivazione dell’aggettivo “cattivo” affibbiato al lupo: dal latino, captivus, prigioniero. COME PUO’ UN PRIGIONIERO ESSERE FELICE E SAPER AMARE?

Sta a Cappuccetto, mantenendo la propria integrità morale e fisica, amando con entusiasmo e in pienezza, (Cappuccetto uscirà illesa e intera dalla pancia del lupo) trasformare la propria vita in una fiaba!

L’avvento del cacciatore è infatti proprio l’allusione alla trasmutazione del maschile brutale in quello forte e gentile.

Ecco svelata allora la ragione secondo la quale fino a che le donne accetteranno di essere considerate inferiori, il maschio sarà costretto a rimanere “bestia inconsapevole”, non essere realmente senziente, e la femmina “vittima” .

Da qui la dinamica psicologica delicatissima e strettamente correlata fra vittima e carnefice.

“Solo una donna che non si piega alle lusinghe e alla violenza cambierà il passato, il presente e il futuro; solo un lupo che impara ad amare può redimersi”.

Ecco perchè questo articolo è dedicato all’essere umano nella sua totalità, senza differenze illusorie di genere!

Così, l’integrità di Cappuccetto è la prima conoscenza da acquisire nel nostro viaggio iniziatico verso la felicità, la generosità d’animo di Biancaneve ( vi rimando al compendio mirabile di Mirella Santamato per approfondimenti) è il secondo strumento indispensabile, ma solo con la capacità completa di amare di Cenerentola avremo completato la nostra evoluzione.

Le fiabe iniziatiche: C'era una volta....il matriarcato

Infatti, “L’anima anela a conoscere l’EROS per avere accesso al mistero della Vita”.

Vi faccio solo qualche accenno alle allegorie presenti nella fiaba di Cenerentola per incuriosirvi e motivarvi ad approfondire dalla fonte originaria che qui umilmente sto trattando.

Cenerentola è un’anima principesca, poiché possiede la conoscenza dei due regni, quello della vita e quello della morte; in entrambi i casi è una donna la custode.

Il ballo è paragonabile all’ingresso nella “selva oscura”, o al labirinto del Minotauro che dir si voglia.

Inizia l’avventura della danza cosmica dell’Amore, quella forza attrattiva primordiale divina che permette gli opposti si congiungano.

Il piede infilato nella scarpetta rimanda al pene nella vagina.

Il bacio del principe al piede di Cenerentola trasmette riconoscimento e riverenza.

La scarpetta (vagina) di Cenerentola era particolarmente piccola, stretta e.. indimenticabile…. poichè l’amore erotico, quando viene provato davvero, lascia un desiderio incolmabile.

Ecco svelato l’arcano per cui il principe, pur avendo rapporti con varie donne, cerca l’unica donna da amare.

Vi lascio con una frase che vi affaccerà con stupore e meraviglia al mondo tutto da scoprire, ammirare e approfondire di Mirella Santamato:

Se gli uomini (intendendo sempre l’essere umano) conoscessero davvero la bellezza del piacere erotico, non ci sarebbero più guerre né depressioni”.

Grazie Mirella, sorella di luce

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